Arrivo al
Blue Inn verso le 22: fuori c’è parecchia nebbia, probabilmente l’atmosfera
giusta per rendere più suggestiva la serata! All’interno la sala è piena: non
c’è un posto libero neanche a pagarlo (meno male che avevo prenotato un tavolo
ed essendo abituè del locale me l’hanno tenuto in zona palco); un
chiacchiericcio soffuso e composto aleggia nell’aria (finalmente senza fumo),
mentre i componenti del gruppo si aggirano (nervosamente? Dall’esterno non
sembrerebbe) tra gli amici, venuti a sostenerli, per gli ultimi in bocca al
lupo. Poi un occhio al palco e zone limitrofe: tutto dà l’idea della
meticolosità, nulla sembra essere stato lasciato al caso, soprattutto se si
considera che i C.U. sono lì dalle 3 del pomeriggio, che 3 videocamere
professionali e 2 fotocamere sono già in posizione e che dietro il palco la fa
da padrone uno schermo gigante per videoproiettore. “Ritornano dopo 22 anni –
mi viene da pensare – questo è il minimo, no?”. Poi mi siedo comodamente al mio
tavolo, pregustando l’attesa … “Probabilmente un videoshow” penso, mentre sullo
schermo riconosco qualche video di Peter Gabriel … Poi
finalmente arrivano sul palco … L’emozione che traspare dai loro volti è quasi
palpabile … Mi dimentico di guardare l’orologio, anche se a occhio e croce
dovremmo essere a cavallo delle 23 … La presentazione di “camicia rossa non mi
ricordo come si chiama” non è un gran che … Avrebbe potuto dare più risalto
all’evento, comunque non importa, sarà la loro musica a parlare … Caramelli
presenta lo special guest, Marco Tamburini, e la band … Pietropoli, Lolli,
Giuliani, Ventura e se stesso … La tensione sale … Poi non c’è più il tempo
neanche per questa: prende il sopravvento la concentrazione e … Pronti, via! … In una sala praticamente immobile sopraggiunge (sembra da lontano)
lieve e sinuoso il suono del soprano, che via via ti penetra nella mente e ti
cattura … Trasportandoti nella magia del deserto di STILL SAND … Il pubblico è
incantato … Nessuno riesce a distaccare gli occhi dal palco … Proprio come succede
quando si assiste allo spettacolo di un incantatore di serpenti … Un intro
lungo e suadente, che ti accarezza … E che sai porterà all’irrompere di un
qualcosa di splendido che tarda ad arrivare, ma che sopraggiungerà … É la
magica tromba di Tamburini, che irrompe sensualmente nell’aria e dà il via alla
splendida LACROIX, accompagnata dalle immagini della band. Poi, in soluzione di continuità, sbarca al Blue Inn, in punta di
piedi, l’eco della metropolitana di Londra … Sullo sfondo le immagini della
TUBE più famosa del pianeta si alternano rapidamente ai profili dei nostri C.U.
e a immagini tecno – umane (sinceramente non saprei come altro definirle) … Gli
effetti elettronici dilagano creando un effetto ipnotico diverso rispetto a
quello precedente (non ci sono fiati in questo brano e Pietropoli sorprende
muovendosi sulle tastiere), ma ugualmente notevole. A questo
punto si sente l’eco del sobbalzo di una palla … L’atmosfera del Blue Inn sta
per essere riempita dalla vitalità elettronica di MAS RAPIDO, ma qualcosa
sembra non funzionare, in quanto le immagini dietro proprio non vogliono
saperne di scorrere sullo schermo! Pausa forzata di 20 minuti, risultati
ottenuti zero: purtroppo niente immagini d’ora in poi, fregatura
dell’elettronica o lettore con paura da debutto? Azzeccata comunque la battuta
del fiatista sull’effetto dato dall’incepparsi del lettore sulle orecchie del
pubblico: “Spegnete i motorini in sala!”; decisamente inglese, alla Oscar Wilde
direi. E così si riprende, solo con la musica dicevo, ma che musica: il sax di
Pietropoli è molto suadente, mentre la tromba agile e graffiante fa da
ciliegina sulla torta, composta da un tessuto musicale ritmico – elettronico di
ottima fattura. E poi
finalmente arriva lei … La mia traccia preferita … INTERNAL CUT: un pezzo
decisamente sensuale ed elegante, che ti soffia la propria melodia sul cuore e
poi cresce piano piano d’intensità fino all’apice, diventando decisamente
passionale … I fiati risaltano in modo incredibile, grazie ad una ritmica
incisiva ma mai invadente, le voci surreali completano un quadro musicale
decisamente impressionista e, dulcis in fundo, rispetto al cd, la tromba
accompagna gentilmente il soprano, per un effetto unico. Il resto della scaletta comprende: la splendida ROCK 11, dove un
flauto lieve e vivace crea affascinanti ricami sul suggestivo affresco musicale
del gruppo, facendosi rincorrere, come se fosse un folletto shakesperiano,
dalle voci di Lolli e Caramelli; l’orientaleggiante e speziata PAPE’ D’OU
MAROCU, composizione dell’ex Nitti presente nei precedenti lavori; la
malinconica RIDERS ON THE STORM, con un super Lolli alla voce che duetta con
Buongusto; la misteriosa e intensa UNTIL TRANCE, dove la genialità sonora di
ognuno trova spazio ed espressione in una fusione unica di rara bellezza;
AREKNAMES, rilettura affascinante con una tromba vibrante e vitale,
incredibilmente agile e scattante. Dal vivo
l’effetto dei brani è notevolmente superiore al cd: le sonorità sono più dense
e incisive, le voci surreali e magiche, l’assaggio del suono di un tenore
d’epoca (assente nel disco) unico, per un effetto complessivo personalissimo e
suggestivo, incredibilmente creativo, dove un Lolli eccezionale miscela alla
perfezione i colori musicali presenti sul palco. Solo due
nei, in una serata quasi perfetta: i capricci da star di un lettore dvd e,
nonostante le richieste, niente bis! Raffaella |