Melodiosissima elettronica

E ancora una volta si parla di Bologna, di musica, di proposte interessanti.

L'occasione è data dalla nascita di un gruppo che si discosta sensibilmente da tutti quelli che I'hanno preceduto, soprattutto per chiarezza di idee. I Central Unit sono infatti riusciti a trovare il giusto punto di intersezione fra ricerca musicale, sperimentalismo elettronico e accessibilità. Non è insomma la loro musica destinata a rimanere nelle cantine o nei circuiti ristretti degli ·amatori·, proprio perchè pur proponendo modelli e realizzazioni evoluti e raffinati, è fruibile da una vastissima fascia di pubblico e in particolare da chi apprezza le soluzioni d'atmosfera, ricercate ma non ermetiche.

I motivi principali per cui si parla proprio in questo momento dei Central Unit sono due: il primo LP Loving Machinery, I'extended play appena uscito su etichetta L.M. Records, un'opera prima per il gruppo di Bologna che riesce a dare un'idea ben precisa della dimensione in cui ha intenzione di muoversi e di operare.

II secondo è il concerto dal vivo dei Central Unit, in programma oggi alla discoteca Art di Bologna, un concerto che oltre a rappresentare un interessante quanto diretto confronto fra la formazione e il pubblico, dovrebbe anche essere un momento importante per la realtà musicale bolognese: sembra infatti che con esso si inauguri una serie di appuntamenti rock / new-wave all'Art; che diventerebbe cosi un punto di riferimento utile per chi è interessato a questo tipo di performances.

Per tornare ai Central Unit e al loro esordio su vinile si può immediatamente notare una fusione fra elettronica e melodia legata alle migliori tradizioni europee: la base sonora è ·elettrica·, nevrotica, a volte cupa, ma viene continuamente movimentata da varie iniziative melodiche che coinvolgono tutti gli strumenti e rendono nel complesso efficace e fruibile I'impasto musicale.

Loving Machinery ha forse I'unico difetto di essere stato pubblicato quasi un anno dopo la sua effettiva realizzazione e per questo non può costituire un reale metro di valutazione delle attuali capacità, delle inclinazioni e dei gusti dei Central Unit.

Dall'estate 1981, periodo in cui sono stati registrati i quattro brani dell'Ep, ad oggi parecchie cose sono cambiate: prima fra tutte l'inserimento nell'organico di base di un violinista che ha personalizzato ulteriormente il suono del gruppo, poi la produzione di nuovi brani, con i quali i Central Unit hanno raggiunto una chiarezza espressiva e artistica di indubbia qualità, e per ultimo, ma solo in ordine di tempo, I'inizio di una fruttuosa collaborazione con Giorgio Carpinteri, stimato disegnatore di Frigidaire, che ha firmato la copertina di Loving Machinery e che sta mettendo a punto con i cinque musicisti una serie di iniziative tese alla visualizzazione della musica.

Così come le atmosfere dei brani dell'album ben si adattano alle immagini spigolose, geometriche, frenetiche della copertina, la musica in generale dei Central Unit si presta a costituire la colonna sonora di una serie di immagini, il commento musicale che fa da sottofondo al segno abile e astuto di Carpinteri. L'abbinamento è risultato molto interessante e lo si può valutare di persona andando alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna dove, dal 20 marzo e per circa un mese, è allestita una proiezione di fumetti di Carpinteri commentata da una composizione piuttosto eterogenea ed efficace dei Central Unit.

Grandi estimatori dei Tuxedomoon e, più in generale, della musica ai limiti dell'evanescenza e della penetrazione, i Central Unit sono però riusciti a elaborare un suono del tutto personale, che non si può considerare all'insegna di questo o di quel genere musicale, ma piuttosto del professionismo, dell'interesse per la potenzialità espressiva di ogni strumento. E infatti anche la What Use inclusa in Loving Machinery ha ben poco a che vedere con la versione originale dei Tuxedomoon, con la quale ha in comune gli stimoli iniziali, che poi si perdono nella fantasia e nell'apporto strumentale dei cinque musicisti.

Anche Saturday Nite, punto di forza dell'album soprattutto per ciò che riguarda I'orecchiabilità, rivela.la capacità di questi ragazzi di cogliere con eleganza gli elementi più evidenti dei fenomeni musicali del momento, di filtrarli attraverso il proprio amore per l’elettronica e di usarli all’occorrenza con buon gusto.

Stasera, all’Art, i cinque proporranno i brani di Loving Machinery e altre composizioni inedite, brani d’effetto che riusciranno a soddisfare anche chi, di solito, questo tipo di musica preferisce importarla dall’estero.

Lorenza Giuliani

 

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